Maria Miranda è una pittrice di grande talento, estremamente discreta. Questa sua discrezione rasenta a volte il mistero. È mentre abitava a Soissons che all’inizio degli anni Duemila, incontra Éric Sivry e Sylvie Biriouk. È il pittore intuitista Alain Béral a favorire questo incontro. Marie Miranda aderisce al gruppo intuitista sin dal 2001… Éric Sivry scriverà di lei in Pour un Art de l’Intuition nel 2003: «È senza apprendere realmente la pittura nelle Accademie di Belle Arti o scuole affini che Marie Miranda iniziò a moltiplicare intuitivamente i materiali, giocando con le sfumature, le sovrapposizioni tra le materie e i colori, i lampi della pittura, come se si trattasse di un testo vero e proprio…». In effetti, in maniera intuitiva, Marie Miranda seppe immediatamente mescolare sulla tela colori, testi letterari, poesie o spartiti musicali, creando così uno spazio intuitivo pluriartistico. Questo dialogo tra le arti è al centro della sua opera, ed è condotto con grande maestria. Nel gennaio del 2003, partecipa a una mostra dei pittori intuitisti alla Galerie de la poste a Perros-Guirec, poi nel 2005 ad una retrospettiva intuitista a Parigi presso «Les éditeurs», all’Odéon. Nel dicembre del 2003, sempre a Parigi, partecipa a una mostra della Société Nationale des Beaux-Arts al Carrousel del Louvre. Nell’aprile del 2004, Marie Miranda riceve il 1° Premio al Salon des artistes européens in rappresentanza del Portogallo all’Espace Château London. Nel 2005, espone in numerose occasioni in Portogallo, in particolare alla Galleria “Cerna” di Oporto. Tipicamente intuitiste, le sue tele partecipano nel gennaio del 2005 alla mostra “Variazioni dell‟astrazione” al Conservatorio Nazionale di Reims. Marie Miranda si serve ugualmente a volte della tecnica del collage per creare impressioni di sfumato propriamente intuitiste. Nell’ottobre del 2006, partecipa così al Salon du collage dell’Abbazia Saint-Léger di Soissons. Nelle sue tele il colore è di una bellezza incredibile. È il regno di un’armonia intuitiva impressionante, una simbiosi, un sincretismo sincronico e pittorico che la tela realizza spontaneamente. Nell’intervista intitolata “L’intuitismo”, rilasciata dal filosofo Pierre-Yves Bourdil, il poeta Éric Sivry e Marie Miranda sul quarto numero della rivista internazionale di poesia Orpheus (Éditions Anagrammes), quest’ultima dichiara: «Per quanto riguarda la padronanza del linguaggio, della tecnica, è un po’ la stessa pratica adottata dal poeta […] Non penso alla tecnica quando dipingo, ma è indispensabile padroneggiarla. L’apprendimento è spesso lungo prima che essa possa cancellarsi nel momento in cui creiamo un’opera artistica, in maniera intuitiva. […] [È necessario] scindersi dunque dall’apprendimento, da tutto ciò che è accademico, questo oggi ha senso per me».
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