Scrittore, poeta, novellista e animatore culturale, Yvan Tetelbom è nato nel 1947 a Port-Gueydon (Azzefoun) in Algeria (Cabilia), da madre algerina e padre bielorusso-ucraino. Dopo aver assistito a 16 anni a un recital di Jean Marc Tennberg al Teatro municipale di Orléans, decide di consacrarsi alla poesia. Declama i propri testi a voce nuda in numerose platee, in Francia e all’estero. Ricordiamo in particolare le sue esibizioni nelle città di Haïfa (Israele), Naplouse (Palestina), Parigi, Istanbul, Roma, Londra, Budapest, Bruxelles, Ginevra, Algeri, Pristina (Kosovo)… Partecipa attualmente a scene slam, in particolare a Nizza e a Parigi. Yvan Tetelbom anima e organizza numerosi eventi come il “Festival Internazionale della Poesia” (Parigi), il “Festival Internazionale del Poeta e dell’Espressione” (Cannes), le “Poésiades” (Draguignan), la “Giornata dei Diritti dell’Uomo e della Poesia” (Cannes), la “Giornata Nazionale del Poema” (Vallauris), il “Jewish Festival” (Nizza)… È inoltre autore alla SACEM (Società degli Autori Compositori ed Editori di Musica), e compositore melodista alla SACD (Società degli Autori Compositori Drammatici). È iscritto alla prestigiosa scuola d’arte drammatica “René Simon” di Parigi, dove studia commedia. Per le Éditions Cosmophonies ha pubblicato una serie di novelle, fra cui L’Enfant nu de Port-Gueydon (1992), Le Gris n’est pas une couleur c’est une pensée (2000), Une femme amoureuse (2000), Dénuement et solitude (2001), due racconti Prières et confessions (2004), Je reviens en Algérie chercher les fragments manquants (2016), e alcune raccolte poetiche, in particolare D’amour et de révolte (2000), e Osmoses, apparsa nel 1988 dalle Éditions du Treize décembre. Nel 1984 ha pubblicato il suo primo libro-testimonianza Liberté dans ma tête (Éditions Saint-Germain-des-Prés). Nel 2016 appare la sua ultima raccolta poetica Les Migrants (Éditions Cosmophonies). La poesia di Yvan Tetelbom è un impegno vitale. Le sue poesie, scritte per esistere e resistere, ci consentono di sentire l’indicibile, di percepire l’impalpabile.
Tetelbom Yvan
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